A quei tempi non si esagerava con i regali, ebbi un libro e un sacchetto di caramelle. Aspettavo buono buono la Befana che mi avrebbe portato, come speravo, la macchina da corsa che avevo visto da Upim. O era il “48”?
Il libro lo aveva portato qualche tempo prima il mio padrino di battesimo e ci aveva scritto la dedica: A Vittorio perché si diverta e s’ispiri. Con affetto. Il padrino.
Era “Il Giornalino di Gian Burrasca”.
Sgranocchiando caramelle cominciai a leggere, ero nel letto infilato fra le coperte, la mamma mi permise di rimanerci quasi tutto il giorno dato che fuori era molto freddo e tirava vento. Forse era quel Natale che Firenze era bianca di neve. La giornata passò in un baleno leggendo, ridendo e commentando con la mamma le birichinate di Gian Burrasca.
Lo scorso settembre ne rilessi alcuni brani dato che questo libro è ancora con me, nel mio scaffale, qui in Finlandia.
18 dicembre 2009