Venerdì 16 maggio, in Finlandia
Second life


Dopo 35 anni di matrimonio e di vita addormentata ero rimasto vedovo. Non avevo fatto il militare da giovane, ma poi col passare degli anni era stata sempre di più una vita da caserma, l’amore che c’era all’inizio era diventato volersi bene. Poi abitudine. Avevo rintracciato una conoscente, una vecchia conoscente già da 27 anni, vedova, con cui abbiamo avuto una simpatica amicizia e rapporti di lavoro. Venne a trovarmi, erano almeno cinque anni che non ci vedevamo. Era come la ricordavo: gli occhi belli, la fossetta sul mento, le mani che ho sempre ammirato. Parlammo di tante cose, i figli, la sua bella carriera. Ci fu una breve pausa nei racconti e nel mio grande cucinone venne fuori una voce che disse: «Marita, vuoi entrare nella mia vita?». Mi abbracciò dicendomi: «Caro». Il mio cuore aveva parlato, il tè che avevo bevuto non era colpevole, ero felice per quello che avevo proposto. Le chiacchiere proseguirono, anche se un po’ scombussolate da ambo le parti. Non ci chiedemmo niente, lei aveva capito e io aspettavo. In serata, quando mio figlio passò a trovarmi gli raccontai di questa visita, non raccontai tutto, ma capì tutto: «Babbo, ti metto il suo numero nel cellulare, nel caso la vuoi chiamare...». Per varie ragioni non ci vedemmo nei seguenti quaranta giorni, ci incontrammo per la festa di San Giovanni. Sono adesso 16 mesi che stiamo insieme il più possibile, siamo anime gemelle, ci amiamo, facciamo viaggi insieme, sono fiero di lei, conosciutissima nel suo campo. Figli, parenti e amici ci hanno accolto molto bene. Quell’ora del 16 maggio nel mio cucinone ha cambiato tutta la mia vita, adesso sento veramente di vivere. La mia seconda vita.

Pubblicato all'interno di     Italians - Una giornata nel mondo
a cura di Beppe Severgnini per il Corriere della Sera