Angelo
il consiglio di un puro


Angelo Noferini era un ometto piccolo, magro e silenzioso.

Quando l'ho conosciuto era forse sulla sessantina e aveva già tutti i capelli bianchi. Stava alla Traversa e aveva tre figli ormai accasati nei dintorni di Firenze. Il quarto figlio, nato forse 15 anni dopo il precedente fratello, era Roberto e stava ancore con i genitori.

Angelo era molto religioso, non perdeva una messa, aiutava in chiesa e pregava spesso. Quando noi ragazzi andavamo la sera a bussare alla porta di Roberto per farlo venire fuori a giocare, molto spesso non veniva subito perché in casa dicevano il rosario. Così avevamo imparato a guardare da una fessura nella persiana che se si vedeva Angelo con un ginocchio sulla sedia, era l'ora del rosario e aspettavamo a bussare.
Angelo, la moglie e Roberto si trasferirono alla fine degli anni '50 a Firenze, Roberto andò come apprendista in una ditta di elettricità. Stavano vicini alla chiesa di Santa Croce e Angelo la frequentava attivamente aiutando anche nelle funzioni.
Andavo a trovarli a volte durante l'ora di pranzo quando Roberto era in casa. E con Roberto avevamo sempre tante cose da raccontarci; i film, i motorini o progettare la prossima gita a Siena.
Una volta, poco prima della mia partenza per la Finlandia, Angelo aveva finito di mangiare e con un fare misterioso mi prese un po’ da parte per parlarmi.
Ero un po’ meravigliato, dato che lui era in genere silenzioso e più che altro stava a sentire le chiacchiere di noi giovani. "Ti volevo dire una cosa, adesso che vai per il mondo, forse ti accaserei presto, quando sarai sposato, insomma ti voglio dire..."
Io ascoltavo il suo sussurro sempre meravigliato e mi aspettavo che mi dicesse magari di pregare la mattina e dire il rosario la sera nella lontana e fredda Finlandia.
"Ti voglio dare un consiglio, proseguì Angelo, quando sarai sposato ricordati sempre di fare all'amore tutte le sere con tua moglie. Anche di più se puoi.'
Intanto faceva anche un po’ il gesto con le mani, come per farsi capire meglio. "Ricordati, tutte le sere, sennò le donne scappano, non sono contente."
Io dovevo avere la faccia di un ebete e non sapevo cosa dire. "Sì, Angelo, grazie del consiglio, farò del mio meglio, grazie." Lui era serio e contento di avermi istruito. Poi usci, doveva andare a spazzare la chiesa e quel giorno dovevano riempire le acquasantiere.
A Roberto non dissi niente, aveva qualche anno meno dì me e penso che a suo tempo avrà avuto anche lui le sue istruzioni dì vita matrimoniale.
febbraio 2002