Olavi
un focoso flamenco


Olavi veniva ogni tanto al negozio a chiedere se avevo vecchi dischi di musica leggera finlandese. Lui aveva già una pregiata collezione di dischi degli anni ‘30, dischi ormai introvabili. Esperto anche nei vecchi grammofoni, mi istruiva sempre su quello che conviene comprare o vendere.
Anni fa comprai le masserizie della casa di campagna dei suoi suoceri, casa che ridotta in pessime condizioni, Olavi e la moglie poi vendettero.
Olavi era da diversi anni disoccupato e passava il tempo ascoltando la musica, suonando la fisarmonica e dava lezioni di chitarra. La madre di Olavi morì e lasciò in eredità un bell’appartamento a 300 Km. da qui. La moglie di Olavi pensò bene di metterci a stare il marito, prendere il divorzio e levarselo dai piedi. Così Olavi partì con dischi, grammofoni, chitarre e fisarmoniche a fare la sua vita di scapolo.
Prima mi veniva ogni tanto a trovare al negozio, adesso lo vedo meno, però mi telefona. Lunghe telefonate per dichiararmi che sono il suo più grande amico e che mi vuole bene.
Capisco che ha bevuto e me lo conferma due o tre settimane dopo dicendomi che si era scolato una bottiglia di vermouth. Anche la volta dopo lo sento arzillo, mi prega di ascoltarlo per telefono che mi dedica una suonata con la chitarra.
Ecco che arriva un focoso flamenco, suonato e cantato veramente con l'anima.
Dopo un paio di settimane, quando mi telefona di nuovo, comincia scusandosi della volta precedente, si era bevuto mezza bottiglia di cognac.
Chiacchierando, sento che sta andando su di giri, finché non lo sento che inciampando va a prendere la chitarra per dedicarmi un altro focoso flamenco.
gennaio 2005